Nasci di Nuovo

 

      "Nascere di Nuovo" fra le montagne delle Serre Calabre

 

 

 

"NASCI DI NUOVO" NUMERO 46 PAGINA 4

 

 

Segue dalla pagina precedente

 

Il figlio gusta pienamente la libertà desiderata, nel modo congeniale ai giovani: niente regole, niente orari di rientro, niente lavoro, niente controlli sulle amicizie, possibilità di spendere il proprio denaro senza limiti. Tutto ciò è il massimo che un giovane possa desiderare e, finché dura, è "fantastico". Ma quando i soldi finiscono anche la precaria libertà, non supportata dalla responsabilità, finisce, perché questa non è la vera libertà.

Ecco però qualcosa che lo distingue dai figli di Eli: lui si ricorda della sicurezza della sua casa, del benessere materiale, dell’affetto, dello sguardo triste del padre quando lo vede allontanarsi. Anche i suoi insegnamenti, il suo esempio, la sua integrità e la sua coerenza gli tornano alla mente e ne ha nostalgia. E’ questa la libertà che desiderava? E’ questo il risultato che si aspettava dalla sua scelta forse un po’ superficiale e affrettata? Adesso si ritrova senza una lira, senza amici, senza casa, senza famiglia, ma il ricordo del genitore gli apre uno spiraglio, gli prospetta una nuova possibilità per ricominciare, per ritrovare i veri valori, quelli che gli aveva insegnato il padre fin da quando era piccolo, per riappropriarsi della sua dignità di figlio e della libertà, quella vera, quella fondata sull’amore e sulla responsabilità. E dunque decide di cambiare rotta, di tornare.

Ecco dunque l’insegnamento per noi oggi: se abbiamo seminato nel cuore dei nostri figli un buon seme, sin da quando sono neonati, prima o poi vedremo germogliare un tenero ramoscello che piano piano diventerà una pianta forte e ben radicata nel terreno; se non lo abbiamo fatto è molto probabile che essi facciano la fine dei figli di Eli. Certamente i genitori sbagliano, hanno le loro debolezze, i loro momenti di sconforto, di crisi: basta riconoscere i propri errori davanti a Dio e anche davanti ai nostri figli, saper chiedere scusa.

E’ così che potremo insegnare loro anche l’umiltà.

M. Antonietta U .Frischetto


SALMO 12

 

Salva, o SIGNORE, poiché non ci sono piú giusti, e i fedeli vengono a mancare tra i figli degli uomini. Ciascuno mente parlando con il prossimo; parla con labbro adulatore e con cuore doppio. Il SIGNORE recida tutte le labbra adulatrici, la lingua che parla con arroganza, di quelli che dicono: "Con le nostre lingue prevarremo; le nostre labbra sono per noi; chi potrebbe dominarci?" Per l'oppressione dei miseri, per il grido d'angoscia dei bisognosi, ora mi ergerò, dice il SIGNORE, e darò la salvezza a chi la brama. Le parole del SIGNORE son parole pure, sono argento raffinato in un crogiuolo di terra, purificato sette volte. Tu, SIGNORE, li proteggerai, li preserverai da questa gente per sempre. Gli empi vanno in giro dappertutto quando la bassezza regna sui figli degli uomini.

Tutti sappiamo che la generazione a cui apparteniamo è figlia della tecnologia, ormai i bambini di appena 10 anni, nella maggior parte dei casi, conoscono la lingua inglese, conoscono i computers, niente di male (almeno in apparenza). Tutti sembrano immersi nei propri interessi, tutti corrono e non si fermano mai.

A mio parere, niente di nuovo sotto il sole, come dice il saggio Salomone in un momento di fiorente ispirazione: neanche lui non riuscì a mantenere quanto Dio gli aveva rivelato.

Le generazioni hanno sempre fatto progressi, in ogni campo, siamo arrivati perfino sulla luna e oltre...

La richiesta del salmista a Dio è quella di tutti i credenti che hanno fatto un progresso spirituale non per essere al passo con i tempi, perché il nato di nuovo vive libero, capace di stare nel mondo senza però conformarsi al mondo. Come dice il testo, voglia il Signore veramente che queste pubblicazioni possano servire a raggiungere quelle anime che sentono il bisogno di un progresso spirituale. Non vogliamo giudicare nessuno, ma attorno a noi ci sono uomini e donne che hanno smesso di pensare e cercare il vero senso della vita.

I giusti sono quelle persone illuminate che vivono quelle realtà che il mondo non può conoscere (1Cor.2:14). I fedeli sono quelle persone che attestano con la propria vita che Cristo è l’unico Salvatore, capace di dare alla nostra vita personale e collettiva il vero senso del vivere, la vita vera in Cristo dentro di noi. Se riconosci Cristo riconoscerai la vita.

Il mondo ha bisogno di persone che possano portare cose nuove; tu forse le stai aspettando. Noi ti incoraggiamo, queste cose nuove sono arrivate in Cristo.

Dio ti benedica.

Antonello Daniele (Cardinale)



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